CRISTO, LA VERA POESIA DI PASQUA
… “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”.
Questa la ragione della condanna a morte.
Non risponde alle offese di Romani ed Ebrei,
non si oppone all’ignominiosa sorte,
si lascia crocifiggere tra altri due rei
senza chiamare in soccorso l’angelica corte!
Sceglie piuttosto dolori e sofferenze
fino alle più estreme conseguenze.
… “E, chinato il capo, spirò”.
Sono parole tristi, parole amare.
Ma è mai possibile tutto ciò?
Possibile che egli non si potesse salvare?
Era il figlio di Dio, o no?
Ed allora perché ha lasciato fare?
Mentre Cristo lentamente perisce
Ogni singola speranza umana svanisce.
… “Ho visto il Signore”.
Ecco la vera poesia!
Il Figlio di Dio, incarnato per amore,
vero uomo ed unico, grande Messia,
morto con sommo disonore,
è risorto, secondo l’antica profezia!
Egli è la nuova vittima sacrificale,
l’unico, eterno Agnello Pasquale!
Come si può cantare la passione,
seguita dalla morte, nemica invincibile,
vinta per sempre dalla risurrezione?
Per la mia penna è impossibile!
Già troppo sublime la Divina Redenzione
Per farne un carme ineguagliabile!
Solo poche parole riesco a dire io:
“Mio Signore e mio Dio!”.
riferimenti:
-Vangelo secondo Giovanni 19, 19 (seconda parte)
-Vangelo secondo Giovanni 19, 30 (seconda parte)
-Vangelo secondo Giovanni 20, 18 (seconda parte)
-Vangelo secondo Giovanni 20, 28 (seconda parte).
-La Bibbia a cui faccio riferimento è quella della CEI.
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